Un bambino che cresce non mangiando dolci è un bambino triste?!

Chiariamo una volta per tutte che NON ESISTE UN FABBISOGNO IN ZUCCHERI SEMPLICI.

Esiste un fabbisogno in carboidrati complessi, grassi, proteine, vitamine, sali minerali, acqua, energia, ma non in saccarosio/fruttosio.

Lo stile di vita in età pediatrica incide profondamente sulla qualità di vita da adulto. Ragion per cui corrette abitudini alimentari e movimento, passare tempo all’aria aperta, sono tutti fattori da non trascurare.

L’obesità e il sovrappeso infantile correlano con tante patologie croniche dell’età adulta, le quali per loro natura non sono curabili, ma sono PREVENIBILI.

Da non trascurare è anche la componente genetica, ovvero la predisposizione all’insorgenza di una patologia.

Sono diversi i meccanismi neuroendocrini che regolano l’assunzione di cibo, i quali includono segnali provenienti da bocca, stomaco, cervello e tessuto adiposo. Ad oggi l’assunzione di zuccheri non può essere classificata come dipendenza vera e propria, tuttavia la continua ricerca di alimenti densi in energia, zuccheri, palatabili è regolata da meccanismi di ricompensa.

Per concludere: un bambino che non mangia caramelle e cioccolatini tutti i giorni non è più triste, e più in salute.
Promuoviamo il consumo di alimenti salubri, che possono essere anche dolci, ma che traggono il sapore dolce dalla frutta fresca. Piuttosto che per la merendina confezionata, si può optare per un banana bread fatto in casa (senza zucchero, solo banana), frittelle di mele, frozen yogurt fatto in casa, un frullato di frutta fresca e yogurt, giusto per fare qualche esempio.

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